Consulenze sulla Prevenzione e sul Mantenimento della Salute Naturale
Domenico Ponticelli
NATUROPATA

L'unica cosa che chiedevo ad un malato era che avesse fiducia in me come io cercavo di aver fiducia nella fonte dei miei poteri "miracolosi".

[Gesù Cristo]

29/03/2024

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L'uso della Cannabis in Medicina

La Cannabis o Canapa è un genere di pianta angiosperma della famiglia delle Cannabaceae. La specie più nota e più diffusa è la Cannabis Sativa, che comprende diverse varietà e sottospecie. Sono ormai noti gli effetti della Marijuana sull'organismo umano, quali tra questi: stimolazione dell'appetito, diminuire la nausea, sedare crisi (epilettiche), alleviare il dolore, bloccare gli spasmi muscolari e migliorare l'umore.

Con il termine Cannabinoidi si intendono tutte le sostanze attive presenti nella Cannabis. Le due sostanze più importanti, per l'azione biologica che svolgono, sono il Cannabidiolo(CBD) e il Tetracannabidiolo(THC).

È stato scoperto che esiste un Sistema Endocannabinoide interno all'organismo umano che funge da regolatore delle funzioni biologiche (quale tra queste la modulazione della neurotrasmissione) promuovendone l'omeostasi (bio-equilibrio) ovvero il mantenimento di un ambiente interno stabile, nonostante le oscillazioni dell'ambiente esterno. È un sistema regolatore centrale in grado di modulare ed equilibrare le principali attività dell'organismo quali mangiare, dormire, riprodursi, rilassarsi, proteggere e dimenticare. Costituisce una rete di protezione generale, che lavora congiuntamente con il sistema immunitario e vari altri sistemi fisiologici. Nel Sistema Endocannabinoide sono compresi i due principali Recettori Cannabinoidi: CB1 e CB2. I recettori dei Cannabionoidi sono presenti in tutto il corpo anche se i recettori CB1 sono espressi principalmente a livello del Sistema Nervoso Centrale e del Sistema Nervoso Periferico mentre i recettori CB2 sono maggiormente espressi a livello del Sistema Immunitario. I recettori CB1 sono maggiormente sensibili al THC.

I principali Neurotrasmettitori (Cannabinoidi Endogeni) sono:

  • Anandamide (AEA): si lega con i recettori CB1.
  • 2-arachidonilglicerolo (2-AG): si lega non solo ai recettori CB1, ma anche ai recettori CB2.
  • Palmitoiletanolamide (PEA) oggetto di studio da parte di Rita Levi Montalcini.
I Cannabinoidi Endogeni hanno una vita breve, perché vengono attaccati in tempi brevi da alcuni enzimi che li degradano. I Cannabinoidi Esogeni (o Fitocannabinoidi) favoriscono la produzione e il mantenimento dei Cannabinoidi Endogeni.

Il Sistema Endocannabinoide è un sistema di grande importanza per il normale funzionamento dell'organismo, coinvolto in importanti processi fisiologici, quali:

Il CBD è sicuramente una molecola anticonvulsionante più affidabile del THC, e NON induce effetti collaterali motori o neurotossici (valido anche per i bambini). Inoltre il CBD NON ha effetti psicoattivi, come invece ha il THC, e per di più il CBD è in grado di modulare l'azione del THC prolungandone gli effetti terapeutici e limitandone quelli collaterali. Il principale effetto terapeutico del CBD è costituito dal potenziamento della produzione dei Cannabinoidi Endogeni. In particolare la sua azione si evidenzia attraverso le proprietà di tipo antiossidante, neuroprotettive, antinfiammatorie, anticonvulsionanti, ansiolitiche e antiemicraniche e, da ricerche recenti, anche antidiabetiche e citotossiche nei confronti di alcune neoplasie del sistema nervoso. Il Cannabidiolo NON produce assuefazione, NON conduce in alcun modo alla dipendenza e il suo profilo di sicurezza è assolutamente migliore rispetto a molti farmaci in commercio su cui però non grava l'alone negativo che invece è tipico del Cannabidiolo, frutto di pregiudizi e delle misconoscenze del passato.

La situazione in Italia per l'uso della Cannabis Terapeutica.

La Cannabis ad uso terapeutico non è approvata come farmaco ma è legale in Italia ed è regolata dalla legge n. 94/1998 (Legge Di Bella) e relativi adempimenti (consenso informato da parte del paziente).

La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), recentemente a seguito di un'accurata revisione circa le proprietà terapeutiche e la pericolosità della Cannabis e dei prodotti derivati, ha inviato il proprio parere all'ONU ed ha chiesto di riclassificare la Cannabis rimuovendola dalle sostanze più pericolose e favorendone l'uso terapeutico. In particolare l'OMS specifica che le preparazioni di cannabidiolo puro, con meno dello 0,2% di THC, NON devono essere sotto il controllo internazionale.

Poiché allo stato non è consentito estrarre Cannabidiolo dalla Cannabis Sativa, e che per giunta comporterebbe costi molto elevati, vi sono in commercio integratori contenenti CBD estratto da piante Cannabimimetiche quali la Rhodiola, l'Elicriso, la Magnolia, il Pepe Nero. La Magnolia è la pianta con il quantitativo di CBD più alto tra le piante citate. Si precisa che il Cannabidiolo mimetico ha azioni similari a quelle della Cannabis ma non del tutto identiche.

Di seguito le patologie per le quali l'uso terapeutico del Cannabidiolo può risultare efficace:

È bene sottolineare che l'uso terapeutico dei Cannabinoidi non è la soluzione a tutti i mali poiché, sebbene i Cannabinoidi possono sicuramente apportare un significativo contributo per alleviare alcuni sintomi, sicuramente non ne risolve le cause alla base, motivo per cui è bene che ognuno faccia il proprio percorso individuale con uno specialista della salute. È di fondamentale importanza risalire alla causa dei disturbi anche perché, come per la stragrande maggioranza delle sostanze esogene, l'uso prolungato di queste ultime, a lungo andare, può desensibilizzare i recettori di membrana generando significative anomalie funzionali.


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