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Qualche parolina su di me ...
Mi chiamo Domenico Ponticelli, laureato in Scienze e Tecnologie Informatiche all'Università degli Studi di Napoli Federico II. Ad oggi, dedico anima e corpo allo studio delle discipline bio-naturali, oltre che delle discipline noetiche e dello spirito. Ho iniziato il percorso di alta formazione professionale quadriennale in Naturopatia Sistemico/Funzionale presso l'Università Popolare Giordano Bruno di Roma, e tuttora leggo, studio, approfondisco e verifico sul campo quelle che sono le più recenti evidenze scientifiche sulle quali si basa la nuova medicina incentrata sull'unità corpo/mente, affinché possa acquisire sufficienti informazioni di carattere pratico sulle implicazioni di tale disciplina per consentire a me stesso e a chi si rivolge a me di fare le migliori scelte possibili riguardo alla propria salute e al proprio benessere personale. Al lettore probabilmente verrebbe da chiedere: Domenico, cosa ti ha spinto a volerti rimettere in gioco, cominciando un nuovo percorso di studi totalmente scorrelato dal precedente? Se volessi dare una risposta secca risponderei, per vocazione. Scelsi all'epoca di lasciare un lavoro che a lungo andare mi gratificava sempre meno e che mi dava sempre più la sensazione di stare nel posto sbagliato. Questa scelta è stata scaturita da una consapevolezza più precisa della mia gerarchia di bisogni e di valori. Presente a me stesso e intenzionale, ho scelto di riprendere in mano le redini della mia vita e di smettere di vivere in maniera automatica. Questo mi ha permesso di rinascere a vita nuova. Non fu una scelta facile, lo ammetto. Ho mantenuto però attiva la mia progettualità, evitando di restare irretito nel vortice dell'angoscia e della preoccupazione. Ho guardato dentro di me e ho focalizzato l'attenzione su quali basi volessi costruire la mia realtà personale, mollando la presa verso l'esterno e orientando l'attenzione verso l'interno, allo scopo di focalizzare le mie reali priorità. Sono felice della scelta fatta e, come sostiene la studiosa della felicità Sonja Lyubomirsky, chi cerca di raggiungere un obiettivo importante per sé e per il proprio lavoro è più felice di chi è privo di grandi sogni o aspirazioni. Per citare le sue parole: "Trova una persona felice e avrai trovato un progetto". |
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Ad oggi mi presento come Naturopata Sistemico/Funzionale. Opero nell'assoluto rispetto delle norme contenute nel Codice Deontologico del Naturopata Professionista e secondo quanto prescritto dalla legge 4/2013 . Ricopro quindi il ruolo di consulente nel campo della salute e di educatore a stili di vita, abitudini alimentari, rapporti con l'ambiente, atti alla salvaguardia dello stato di salute. La mia opera è imperniata sul concetto di prevenzione e sulla valorizzazione dell'equilibrio psico-somato-emozionale, oltre che sul trattamento dei CESE (Cumulative Effects of Subclinical Everything). Baso la mia attività professionale sull'applicazione di diverse discipline energetiche, olistiche e naturali. Conosco in maniera approfondita più di una e sono in grado di scegliere di volta in volta la più idonea per il caso che mi si presenta. Nell'esercizio della professione mi ispiro alle conoscenze proprie della disciplina che esercito, alle attuali conoscenze scientifiche e ai valori etici fondamentali, assumendo come principio base il rispetto della vita, della libertà e della dignità della persona. L'esperienza ci dimostra che, negli ambiti apparentemente opposti di salute e malattia, dobbiamo badare molto di più a ciò che le unisce rispetto a ciò che le divide, in quanto entrambe sono espressione dello stesso principio di vita; esse sono in continuo fluire e sono in relazione reciproca tra loro a vari e differenziati livelli. Specialmente al giorno d'oggi corriamo il pericolo da un lato di circoscrivere la malattia nell'ambito di termini stabiliti e di istituzionalizzare tale stato, dall'altro di considerare la salute come "merce" acquistabile sulla quale accamperemo diritti senza doverci attivare in prima persona. In base alle relazioni esistenti tra salute e malattia, a mio modo di vedere esse non esistono in forma astratta. Non la perfezione come ideale irraggiungibile, ma la completezza è la forma di vita nella quale la persona può accettare le sue problematiche in quanto le considera parte della sua personalità ed è pronta a confrontarsi con esse. Il punto centrale è costituito dal "rompere strutture mentali rigide perché solo facendo ciò può verificarsi un cambiamento". Il mio itinerario intellettuale e spirituale magari potrà aiutare qualcuno a scoprire e percorrere il proprio cammino individuale, oltre a fornire alternative, a chi la medicina ufficiale non offre più risposte, né cure, né speranze. |
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