Consulenze sulla Prevenzione e sul Mantenimento della Salute Naturale
Domenico Ponticelli
NATUROPATA

L'unica cosa che chiedevo ad un malato era che avesse fiducia in me come io cercavo di aver fiducia nella fonte dei miei poteri "miracolosi".

[Gesù Cristo]

28/03/2024

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Una riflessione sul tema COVID-19

PREMESSA: Questo post è abbastanza lungo ma ricco di contenuto e di significato, scritto con il cuore e con la speranza di trasmettere il messaggio ivi contenuto a chiunque sia destinato ad arrivare. Anzi, grazie in anticipo a coloro che riusciranno a completare la lettura al cui termine sarò ben felice di avere un confronto in privato sul tema e perchè no, fornire un'eventuale consulenza in termini di prevenzione.

Sono passati giorni dall'inizio dell'ormai dichiarata Pandemia virale che si sta diffondendo a macchia d'olio sull'intero pianeta. Tante cose sono accadute e stanno accadendo, cose che purtroppo, ad ora, non sembrano migliorare. Ammetto che io per primo ho peccato inizialmente sottovalutando la situazione ma non posso ad oggi negare che il fenomeno al quale stiamo assistendo va in qualche modo vissuto e interpretato nella giusta maniera. Pertanto, sento di voler condividere con voi amici di Facebook quello che è il mio sentire riguardo il tema in esame. Ci tengo a sottolineare che ciò che riporterò nelle righe successive non vuole essere una verità assoluta quanto una possibile interpretazione del messaggio che questa situazione, secondo me, vuol portare, sulla base di osservazioni di carattere scientifico e intuizioni provenienti da qualcosa che trascende lo spazio e il tempo.

Voglio sottolineare il fatto che la scienza è una realtà umana a tutti gli effetti, e non la si può apprezzare nella giusta misura se questa viene presentata come un'astrazione gelida e priva di emotività. La mente, l'anima e le emozioni sono legate al corpo in un sistema intelligente e questo le correnti orientali lo sanno da sempre: il corpo non è privo di mente, anzi, corpo e mente sono una cosa sola. Non ci voglio io per dire che è in atto una rivoluzione che influirà in maniera significativa sul modo in cui noi occidentiali concepiamo la salute e la malattia.

L'intento che mi sono proposto è duplice: da un lato, spiegare le origini psico-sociali della polmonite COVID-19, dall'altro, fornire sufficienti informazioni di carattere pratico sulle implicazioni di tale visione per consentire voi di prendere i migliori accorgimenti riguardo la vostra salute e il vostro benessere personale. Il mio obiettivo quindi è quello di fornire una visione alternativa, a chi di voi le informazioni che stanno circolando non offrono più risposte, né cure, né speranze. Poter esercitare un maggiore controllo sulla propria salute è un nostro diritto.

Il COVID-19, che sta provocando una catastrofe sociale tale da far perdere anche la lucidità della ragione, ha come caratteristica sintomatica principale la polmonite interstiziale. Basandosi sui dati dell'OMS possiamo raggruppare le persone positive al virus in sotto-categorie che sì, hanno in comune la sequenza di RNA infetto presente nei loro corpi, ma che è indipendente dai sintomi che ciascuno di loro manifesta. Dunque, abbiamo 5 categorie possibili:

1- Negativi al test con polmonite interstiziale
2- Negativi al test con altri sintomi
3- Positivi al test con polmonite interstiziale
4- Positivi al test con altri sintomi
5- Positivi al test senza sintomi

Cosa possiamo dedurre da questa statistica? che probabilmente non è il virus in se che causa la morte quanto piuttosto lo status quo biologico della persona nel momento in cui contrae l'infezione. Come ribadisce bene l'infettivologo Bassetti, le vittime non si possono definire "morti DI Coronavirus" semmai "morti CON il Coronavirus". In più bisogna dire che i recettori di membrana con i quali il virus stabilisce un legame sono sparsi in tutto l'organismo eppure sembra che in questo caso il polmone sia il distretto favorito. Ma allora cosa sta provocando il disastro planetario che stiamo vivendo? per rispondere a questa domanda aggiungo un elemento che non sarà mai considerato altrove: la disomogeneità della psicosi costruita dagli organi di informazione, dato che secondo la mia visione è forse quello più importante. Non possiamo non considerare la condizione psichica di un popolo che vive schiacciato sotto leggi marziali e un tessuto socio-economico che si sfalda giorno dopo giorno. Quando l'organismo si trova in una situazione in cui sente che gli manca l'aria per sopravvivere, cioè il boccone essenziale primario, accade che il cervello attiva la fisiologia speciale dell'organo che gli permette di acquisire più ossigeno: il polmone. Questa "paura di morire" è causa di complicazioni respiratorie per la polmonite interstiziale. I disturbi o le malattie del sistema polmonare ci parlano quindi di una difficoltà di realazione tra noi e l'ambiente che viviamo. In questo clima di guerra, terroristico, con isolamenti, maschere, operatori terrorizzati... come ci si può non sentire "soffocati"? come ci si può sentire al sicuro allegerendo così la paura di morire? Se là fuori c'è la guerra e pure chi ci dovrebbe rassicurare è terrorizzato, come potremmo mai sentirci? è inevitabile che emozioni come tristezza, malinconia, dispiacere, solitudine albergheranno nella parte più intima e profonda della nostra anima, sentimenti che purtroppo sovraccaricano notevolmente l'energia dei polmoni mandandoli in deficit.

Il mio suggerimento in questo momento di isolamento e privazioni è quello di cercare di prendere quello che di buono può esserci in una situazione come quella che viviamo. Essere più a contatto con noi stessi, con la nostra anima, ci permette di fare i conti con il nostro passato, con il nostro presente e con il nostro divenire. Probabilmente qualcuno di noi, chi più chi meno, sta pagando la pena di situazioni non risolte, traumi visivi, conflitti con amici, colleghi, parenti, possibilità non espresse, l'essere stati fino ad oggi qualcuno che in realtà non si è semplicemente per adattarsi a situazioni a noi non congeniali. Probabilmente dovremmo consapevolizzare il fatto che abbiamo vissuto come se fossimo stati perennemente assetati cercando di attingere acqua ad una fonte che non ha fatto altro che riempirci la pancia lasciandoci ancora più assetati di prima (consiglio caldamente, per questo punto, di leggere la parabola della Samaritana (Gv. 4, 1-26)).

In una situazione in cui quella che reputo la vera catastrofe non sia tanto il COVID-19 quanto piuttosto ciò che sta venendo fuori dell'essere umano, posso solo consigliare di meditare bene sui sentimenti di rabbia, odio, frustrazione e rancore e sul perchè di tali sentimenti. L'amore, solo l'amore per noi stessi e per la vita può ristabilire il giusto equilibrio e adottando qualche piccolo accorgimento e riflettendo sugli aspetti indicati torneremo quanto prima ad abbracciarci con le lacrime agli occhi grati per l'insegnamento che abbiamo ricevuto.


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