Consulenze sulla Prevenzione e sul Mantenimento della Salute Naturale
Domenico Ponticelli
NATUROPATA

L'unica cosa che chiedevo ad un malato era che avesse fiducia in me come io cercavo di aver fiducia nella fonte dei miei poteri "miracolosi".

[Gesù Cristo]

08/05/2024

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Le paure e le loro ripercussioni

"L'ignoranza genera la paura, la paura genera la tensione muscolare, la tensione muscolare genera il dolore. Mentre invece la conoscenza genera la tranquillità mentale, la tranquillità mentale porta la calma e il rilassamento fisico impedisce l'estendersi del dolore".

[Fenger Drend Strup]


Un giorno un saggio che si stava recando in pellegrinaggio in un piccolo villaggio dell'India incontrò sulla sua strada il signor Colera. Il saggio gli chiese dove stesse andando così di buon'ora, e il signor Colera gli spiegò di aver ricevuto il mandato di prelevare cinquecento anime dalla Terra. "Dal momento che il pellegrinaggio è molto affollato e le condizioni igieniche lasciano a desiderare, è il posto ideale per compiere la mia missione".
Al pellegrinaggio ci furono millecinquecento morti, perciò il saggio, credendo che il signor Colera gli avesse mentito, pensò: "Ah, se lo rivedo, quello là!"
Fu allora che incontrò nuovamente il signor Colera. Gli chiese allora: "Non mi avevi detto che avresti preso cinquecento persone?" "Si, e ne ho prese solo cinquecento!" "E gli altri mille, allora?" "Ah!... C'era, al pellegrinaggio, anche il signor Paura: gli altri mille se li è portati via lui".

Questa storia piena di saggezza mostra che la paura della malattia può fare disastri quanto la stessa malattia, se non peggio. Non appena cominciamo ad alimentare un pensiero di paura, segniamo con esso le nostre cellule; il campo atomico-vibratorio emette allora una risonanza che tende ad attrarre a noi l'oggetto della nostra paura.


Il vero pericolo di questi pensieri di paura, è che hanno un potere creativo nel nostro immaginario.
La paura crea una ritenzione, una contrazione di tutto il corpo, sia all'interno che all'esterno. L'energia circola al rallentatore, diventiamo esitanti, dubbiosi, stiamo ad aspettare, non osiamo, immaginiamo il peggio. Si instaura un senso di disagio, ci vengono le palpitazioni cardiache, mal di testa (ci preoccupiamo di quello che potrebbe accadere), oppure male alle gambe (abbiamo paura di avanzare), il nervo sciatico ci si mette anche lui (paura di ciò che potrebbe accadere), ci tratteniamo e diventiamo stitici (paura di mollar la presa). Poi ci viene male al gomito (temendo di prendere una nuova direzione), osserviamo che la vista diminuisce e si confonde (paura di vedersi in una situazione difficile), l'ansia si fa sempre più presente ed eccoci angosciati.

Le paure sono responsabili di molti dei nostri malesseri, di parecchie malattie e fobie; sono collegate a una dolorosa esperienza del passato o al fatto di anticipare il futuro, e questo spiega perchè, di solito, i bambini siano meno paurosi degli adulti. Spesso i genitori dicono del loro figlio: "Non ha il senso del pericolo". E tuttavia, sebbene all'inizio i bambini abbiano molte meno paure di un adulto, non c'è niente di più facile che far paura a un bambino, giacché egli è influenzabile e impressionabile.
Il piccolo avrà così paura finché non potrà usare il discernimento per comprendere che ciò di cui ha avuto paura aveva la finalità di aiutarlo a crescere. Da adulto, avrà così maggiore consapevolezza.

Esistono tuttavia paure che restano ben radicate in noi a causa di immagini che abbiamo visto, cose che abbiamo sentito, esperienze che abbiamo vissuto. Eliminare queste paure non è sempre facile: ogni volta che entriamo in risonanza con esse, il cervello limbico che le ha registrate nella memoria emozionale stimola l'ipotalamo che, a sua volta, con il sistema neurovegetativo suo alleato, scatena una serie di reazioni che vanno ad agire sui nostri organi.

Gli animali e gli esseri umani conoscono una sola paura fondamentale, ed è la paura di morire. Inevitabilmente essa ci induce a cercare di proteggerci continuamente. Tutto sommato, la paura di soffrire è il massimo meccanismo di protezione messo in atto di fronte alla paura di morire. Questo ci spiega perchè la paura di soffrire sia onnipresente, e come da essa vengano tutte le altre.
Giacché abbiamo paura di soffrire, mettiamo in atto dei meccanismi di protezione quando ci sentiamo minacciati.
Imparando a vivere grazie a meccanismi di protezione si rischia però di portare dentro di sé una paura che ci seguirà per gran parte della nostra vita, e potrà manifestarsi sotto forma di mal di capo, crampi allo stomaco, dolori addominali, emicranie, eccetera ogni volta che ci sentiremo nuovamente minacciati.


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